Great Resignation

In questi ultimi mesi, in Italia, ci troviamo di fronte ad uno scenario che in molti hanno definito ‘Great Resignation’ ovvero ‘Grandi Dimissioni’. Protagonisti di questo fenomeno sono soprattutto i giovani appartenenti alla Generazione Z, nonché tutti quei lavoratori occupati in settori con alto tasso di stress.
La pandemia in corso ha accelerato questo processo spingendo la gente a farsi domande ed a riconsiderare le proprie priorità. Stando alle statistiche, in Italia negli ultimi mesi si ha avuto un incremento del 23,2 % di dimissioni.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come possono operare le aziende per trattenere il personale e quindi ovviare a questo problema?
Il fondatore di Business Coaching Italia informa che ad oggi la retribuzione non costituisce più un fattore di scelta primario. Le aziende infatti dovrebbero concentrarsi su altri aspetti.
Tenendo conto di questo fenomeno dovrebbero incentivare i propri dipendenti con maggiori benefit, stimolarli con corsi di formazione, assicurando sempre un ottimo clima lavorativo. Il lavoratore non cerca, come prima cosa, un posto di lavoro con la migliore retribuzione bensì di conciliare vita privata e professionale. Cerca di fuggire inoltre da un eventuale burnout, dato da ritmi di lavoro pesanti e non riconosciuti, che sfocia poi in stress cronico.
Quindi, se la devozione al lavoro non è più scontata e il lavoro non è più il luogo dove costruire se stessi, allora l’unica via di fuga diventa il cambio di rotta.
Per ultimo, ma non per questo meno importante, bisogna tener presente che i dipendenti prima di essere tali sono persone. Viene richiesto verso di loro un comportamento umano e flessibile, al contrario l’azienda sarà costretta a veder perdere il proprio personale.

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