Lavoro ed attività emergenti. I green job e le tendenze del 2022

Il 2022 è stato ed è un anno ricco di novità, per quanto riguarda il mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Molte sono le nuove attività emergenti, dal quale prendere spunto, soprattutto quelle Green.

Certo, avviare un attività nel 2022 significa necessariamente tener conto di tutta una serie di criticità ed incertezze.

Molti settori economici faticano a riprendersi dalla pandemia e dalle restrizioni degli ultimi anni. Alcune tipologie di attività probabilmente non sono destinate ad un nuovo decollo, e andranno a cambiare rapidamente, se non a scomparire del tutto.

Insieme alle problematiche però ci sono anche le opportunità: la digitalizzazione crescente, il peso sempre maggiore ricoperto dalla sostenibilità ambientale, le nuove abitudini personali e professionali hanno generato la nascita di nuove professionalità ed opportunità lavorative. A patto però di saper stare al passo, di formarsi e tenersi aggiornati, di avere lungimiranza e fantasia.

Quali sono le tendenze green del 2022?

Innanzitutto per quel che riguarda la sostenibilità ambientale. Questa è sempre più importante, anche nel mondo delle aziende.

Le attività incentrate sulla transizione ecologica e dal carattere green stanno avendo un sempre maggiore successo, nel privato e nel pubblico, e sono nati numerosi corsi formativi e professionalizzanti.

Per rendere operativi gli obiettivi del Green Deal servono infatti competenze avanzate in diversi settori e discipline, da acquisire attraverso percorsi coerenti con nuove abilità verdi, le “green skills”,  che rispondano ad un mercato di lavoro in transizione verso la neutralità climatica.

Una definizione precisa dei “green job” lo ha dato la International Labour Organization (ILO – agenzia delle Nazioni Unite): i “green job” sono l’insieme di quelle professioni che “contribuiscono a preservare o restaurare l’ambiente, sia in settori tradizionali come quello manifatturiero e delle costruzioni, sia in nuovi settori emergenti, come le energie rinnovabili e l’efficientamento energetico”.


Queste nuove professionalità legate al settore della green economy sono chiamate a portare, su differenti contesti operativi, concetti d’avanguardia, che si parli di energia, città circolari e trasporti, prodotti sostenibili ecc.

I profili richiesti nella filiera green coprono un ampio spettro di competenze: un ruolo fondamentale è giocato da quelle digitali, dall’automazione all’intelligenza artificiale, necessarie sia per la costruzione ed il monitoraggio delle strutture che per l’analisi dei dati in ambito ambientale.

Ma le competenze digitali non sono di certo le uniche: gli altri ambiti chiave sono quello economico-finanziario, quello giuridico, quello alimentare, quello della mobilità, e poi la formazione e la comunicazione, con esperti che sappiano promuovere stili di vita più sani e sostenibili da parte della popolazione.

Alcune delle nuove professionalità sono ad esempio il circular economy e sustainability analyst, varie figure di manager ambientali, project manager capaci di promuovere l’utilizzo di prodotti finanziari “verdi” insieme ad una gestione più efficace delle risorse, che producano un impatto ambientale minimo.

Ci sono poi come quella degli “chef sostenibili”, attenti alla provenienza e alla valorizzazione delle materie prime; ma anche muratori green, responsabili di vendite a marchio ecologico, riparatori di macchinari ed impianti, installatori di reti elettriche, informatici ambientali, esperti di marketing ambientale, ecodesigner, esperti in gestione dell’energia, certificatori della qualità ambientale ecc.

La transizione ecologica in corso è piena di ostacoli da superare e le principali barriere all’introduzione di investimenti green in azienda sono l’eccessiva burocrazia, le poche informazioni sulle agevolazioni pubbliche a supporto degli investimenti e sui loro effetti positivi, le risorse economiche insufficienti, e la difficoltà a trovare professionalità con competenze green sul mercato del lavoro.

Nei prossimi anni però, grazie all’istituzione del fondo europeo Next Generation EU e al conseguente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ci saranno una serie di risorse che, se ben sfruttate avranno il potenziale di dare la spinta decisiva verso il pieno sviluppo della green economy, offrendo numerose nuove opportunità lavorative.

Questo favorirà l’ambiente e la sostenibilità, ma al tempo stesso permetterà di accrescere il livello produttivo e il PIL del Paese. Non facciamoci scappare questa occasione.

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