Dr. Sally Shaywitz: cose da fare e da non fare nell’approcciare la dislessia

La dislessia è un comune disturbo dell’apprendimento che influisce sulla capacità di leggere, scrivere e sillabare che tocca attualmente tra il 10 e il 20% della popolazione mondiale.

Interamente causato dal modo in cui la mente elabora le informazioni relative al linguaggio, può influire sulla consapevolezza fonemica (la capacità di riconoscere e manipolare i singoli suoni nelle parole), sulla decodifica (la capacità di decifrare parole non familiari) e sulla fluidità di lettura (la capacità di leggere con precisione e velocità). Può, ma non è affatto una condizione necessaria, influire anche sulla comprensione di altre materie, come matematica, scienze e storia.

La dottoressa Sally Shaywitz è una rinomata pediatra, neurologa e ricercatrice che ha dedicato la sua carriera alla comprensione e al trattamento della dislessia. È nata nel 1941 a Brooklyn, New York,  ha conseguito la laurea presso l’Università del Michigan prima di frequentare la facoltà di Medicina ad Harvard.

Approcciare la dislessia infantile secondo Sally Shaywitz

Cosa fare

Sulla base della sua ricerca e della sua esperienza clinica, la dott.ssa Sally Shaywitz ha fornito alcuni suggerimenti su alcune delle cose più importanti da fare quando si ha a che fare con la dislessia giovanile. Questo paragrafo si concentrerà su di loro.

Identificazione precoce e intervento: l’identificazione e l’intervento precoci della dislessia possono fornire ai bambini dislessici il supporto di cui hanno bisogno per superare le loro sfide e avere successo a scuola e nella vita. È importante sottoporre i bambini a screening per la dislessia il prima possibile, in modo che possano ricevere gli interventi e gli adattamenti appropriati.

Utilizzare un approccio multisensoriale: i bambini dislessici hanno difficoltà a elaborare i suoni della lingua, il che può rendere difficile la lettura e l’ortografia. Un approccio multisensoriale all’insegnamento della lettura e dell’ortografia può essere molto efficace. Questo approccio prevede l’utilizzo di segnali visivi, uditivi e cinestetici per aiutare i bambini dislessici a imparare e ricordare i suoni ei simboli del linguaggio.

Essere in grado di adattarsi: i bambini dislessici possono aver bisogno di ulteriori accortezze. Per aiutarli ad avere successo a scuola, come: un tempo prolungato per i test, l’uso di audiolibri o software di sintesi vocale e l’accesso a tecnologie assistive come software di riconoscimento vocale o tastiere specializzate.

Concentrarsi sui punti di forza: i bambini dislessici hanno spesso punti di forza in aree come la creatività, la risoluzione dei problemi e le abilità visuo-spaziali. È importante saperli riconoscere e costruirci il più possibile, rafforzando così l’autostima del bambino.

Cosa non fare

Secondo il dottor Shaywitz, ci sono anche alcune cose che è meglio evitare. Questi includono:

Non sottovalutare il loro potenziale: i bambini dislessici devono spesso confrontarsi con le basse aspettative di insegnanti, genitori e coetanei, il che può portare a una mancanza di fiducia e autostima. La dottoressa Shaywitz sottolinea l’importanza di riconoscere che la dislessia non definisce il potenziale di un bambino.

Evitare punizioni e rimproveri: punire un bambino dislessico per errori o fallimenti scolastici può essere controproducente. Può erodere ulteriormente la fiducia in se stesso e renderlo meno disposto a correre rischi o provare cose nuove. La dottoressa Shaywitz consiglia invece di lodare lo sforzo e il progresso piuttosto che concentrarsi solo sui voti o sui punteggi dei test.

Non ignorare l’impatto emotivo della dislessia: la dislessia può avere un impatto emotivo significativo sui bambini, portando a sentimenti di frustrazione, vergogna e isolamento. La dottoressa Shaywitz sottolinea l’importanza di affrontare l’impatto emotivo della dislessia e di fornire ai bambini il supporto e le risorse di cui hanno bisogno per costruire la resilienza e far fronte alle sfide che devono affrontare.

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