L’evoluzione del pianeta che incide sui nostri sensi
Il dubbio c’è sempre stato, ma ora arrivano le certezze.. L’innovazione e la continua evoluzione del nostro pianeta moderno incide, non poco, sui nostri sensi. Infatti ultime ricercano dimostrano che si sono adattati se non quasi persi.
Galeotto fu l’incontro di tre scienziati alla riunione annuale dell’American Association for the Advancement of Science di Boston (AAAS), dove ognuno ha esposto la conclusione alla propria ricerca.
La ricercatrice Amanda Melin della Calgary University, spiega come nel mondo si stia verificando una sorta di “epidemia della miopia”. Infatti una percentuale che supera il 60% necessita di lenti a contatto o occhiali. Il radicale cambiamento del senso della vista proviene dalla ormai abitudine di fissare schermi e luce artificiale, che sia di smartphone, pc o televisione. Il nostro bulbo oculare avrebbe bisogno di più luce naturale di quanta pensiamo, in quanto le immagini risultano messe a fuoco più chiaramente sulla retina. “40 minuti all’aperto ogni giorno diminuiscono la probabilità di miopia tra il 25% e il 50%” spiega la Melin.
Questa scissione tra l’uomo moderno e l’evoluzione dei nostri sensi si riscontra anche nel gusto. Le scimmie, nostri antenati, avevano scoperto i sapori acidi della frutta e lo zucchero che era fonte di energia e non sempre a disposizione, poiché dipendeva dalle stagioni. Ora con la produzione industriale, l’uomo é abituato ad avere sempre a disposizione il gusto dello zucchero e che, come dimostra l’aumento di obesità nel mondo occidentale, ci sta danneggiando. Come ci spiega il professore di scienze nutrizionali Paul Breslin, l’amore per lo zucchero é innato e collegato alle scimmie, ma a differenza loro che quando finiva la frutta dagli alberi si dedicavano a mangiare altro, il nostro gusto ora ne richiede un’eccessiva quantità, che per la maggior parte delle volte accontentiamo.
Anche l’olfatto ha subito qualche cambiamento e di ciò se n’é occupata la professoressa di antropologia Kara Hoover, dell’Alaska University. Sostiene che le persone che vivono in ambienti con un alto tasso d’inquinamento hanno una diminuzione del senso dell’olfatto, poiché l’inquinamento “tende a perturbare il nostro olfatto, e più si urbanizza più questo diventerà comune.” Questo cambiamento ci può mettere a rischio nei disturbi di salute mentale, come depressione e ansia, ma anche di problemi di carattere “sociale”, poiché l’olfatto può essere utile a rilevare la paura o l’ansia negli altri, così come il suo ruolo fondamentale per l’approccio al cibo.
La conclusione comune a cui sono arrivati gli scienziati é che “oggi viviamo in un’epoca di inquinità sensoriali. Sta a noi decidere di riprenderci i nostri sensi….”