La definizione di Piccola Impresa è contenuta nella Raccomandazione n. 2003/361/Ce della Commissione Europea del 6 maggio 2003 relativa a “micro, piccole e medie imprese”. Si considera impresa “ogni entità che eserciti un’attività economica […]”. Tra queste, anche quelle che: esercitano un’attività artigianale/attività a titolo individuale o familiare e le società di persone o le associazioni che esercitino un’attività economica”. In particolare, la Piccola Impresa ha meno di 50 dipendenti ed un fatturato annuo/totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro. Oggi il tema della sostenibilità è sempre più importante.
Nel 2020 solo un’azienda su tre ha preso in considerazione i prodotti di finanza sostenibile. Meno del 30% invece ha adottato strumenti come i rating di sostenibilità o ha redatto una Dichiarazione Non Finanziaria. Le Piccole imprese non possono rendersi più sostenibili senza impegno e sostegno pubblico.
Il Forum per la Finanza Sostenibile, in collaborazione con BVA Doxache, ha condotto la ricerca “PMI italiane e sostenibilità” con 477 aziende. Emerge che un’azienda su tre ritiene che integrare la sostenibilità tra i criteri che guidano le scelte strategiche contribuirà a uscire più rapidamente dalla crisi legata alla recente pandemia di Covid-19. I governi stanno investendo su questo fronte, ad esempio concedendo agevolazioni fiscali del 35%. Ne possono beneficiare le PMI in regime di contabilità ordinaria con almeno due bilanci approvati/depositati e appartenenti ad attività manifatturiere/sevizi alle imprese. Sono contributi a fondo perduto che devono essere utilizzati per progetti finalizzati all’ introduzione di tecnologie afferenti al piano Transizione 4.0; per la transizione dell’impresa verso il fenomeno dell’economia circolare; per il miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa, prevedendo un risparmio energetico non inferiore al 10% rispetto ai consumi dell’anno precedente.
Le spese ammissibili in particolare sono per l’acquisto di macchinari, impianti e nuove attrezzature; la realizzazione di opere murarie (nei limiti del 40% del totale dei costi ammissibili); l’acquisizione di programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei beni materiali finanziabili; l’acquisizione di certificazioni ambientali; servizi di consulenza diretti alla diagnosi energetica per progetti per il miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa.
Siamo ancora lontani dall’offrire alle PI la possibilità di adeguarsi e di investire in un business model e management più sostenibile ed economicamente accessibile. Oltre agli investimenti pubblici e ai finanziamenti a fondo perduto, risulta inoltre di fondamentale importanza la giusta informazione, per far comprendere che nel lungo termine la sostenibilità paga.