Con il passar del tempo si allunga sempre più la lista dei Paesi e delle aziende che hanno deciso di introdurre la settimana lavorativa corta. Il mondo del lavoro sta cambiando e a seguito della pandemia milioni di lavoratori vorrebbero godere di ambienti e modalità di lavoro più flessibili, senza tornare indietro.
Il Belgio, ad esempio, da quest’anno permetterà ai suoi cittadini lavoratori di lavorare soltanto quattro giorni a settimana (senza alcuna riduzione di stipendio!).
I vantaggi della settimana lavorativa corta sono davvero numerosi: si ha più tempo libero a disposizione da dedicare a sé stessi, alla famiglia e ai viaggi, ed i livelli di produttività sono addirittura più alti.
Oltre a combattere lo stress dei lavoratori e ad abbattere i casi di burnout aumentati molto a seguito della pandemia, i benefici della settimana corta si riscontrano anche per quel che riguarda il benessere ambientale del pianeta. Minori livello di consumo legati agli spostamenti permettono infatti di inquinare di meno, a causa della riduzione di emissione di gas serra.
La Scozia ha introdotto lo scorso anno la settimana lavorativa di quattro giorni. Le istituzioni scozzesi hanno scelto di sostenere le aziende disposte a sperimentare una riduzione del 20% dell’orario di lavoro dei loro dipendenti. Due lavoratori su tre pensano che questo cambiamento possa avere effetti positivi sulla produttività.
In Islanda la settimana lavorativa di quattro giorni si è rivelata un successo. La prima prova, effettuata tra il 2014 e il 2019, e la seconda, tra il 2017 e il 2021, hanno rivelato che il benessere dei lavoratori è migliorato notevolmente, senza che ci sia stata una perdita di produttività o qualità dei servizio forniti.
Anche il governo spagnolo lo scorso anno ha scelto di lanciare un progetto pilota passando da 39 ore a 32, mantenendo invariati gli stipendi, con l’obiettivo principale di migliorare la salute mentale dei lavoratori e ridurre il rischio di burnout.
Nel Regno Unito quest’anno una trentina di aziende stanno prendendo parte ad un progetto coordinato dall’organizzazione no profit 4 Day Week Global, con lo scopo di offrire ai dipendenti un giorno libero in più, senza intaccare sulla produttività del Paese.
4 Day Week Global è una comunità senza scopo di lucro, fondata da Andrew Barnes e Charlotte Lockhart nel 2018 in seguito alla grande attenzione mondale ricevuta conseguentemente al programma che hanno lanciato presso il Perpetual Guardian. La piattaforma fornisce supporto alle persone che sono interessate a sostenere l’idea della settimana di 4 giorni come parte del futuro del lavoro incoraggiando le aziende, i dipendenti, i ricercatori ed i governi a fare la loro parte per creare un nuovo modo di lavorare che migliori la produttività aziendale, i risultati in termini di salute dei lavoratori, famiglie e comunità più forti, che sfidi la questione della parità di genere e che si adoperi per un ambiente di lavoro più sostenibile ed un’economia più dinamica.
Il Belgio è l’ultimo Paese europeo in ordine temporale ad aver approvato la settimana lavorativa corta. I dipendenti avranno la possibilità di richiedere una riduzione dei giorni lavorativi offrendosi di lavorare per più ore durante la “settimana corta” e scegliere di cambiare la distribuzione del monte ore lavorativo durante la settimana anche ogni sette giorni. In questo modo possono usufruire della settimana corta al bisogno e tornare alla settimana lavorativa tradizionale quando vogliono.
Al di fuori dell’Europa stanno abbracciando la settimana corta anche gli Emirati Arabi, la Nuova Zelanda ed il Giappone. Dal 2019 l’azienda Microsoft ha concesso un giorno libero in più a settimana ai propri dipendenti aumentando la produttività del 40%.
L’Italia si trova in coda e l’idea di lavorare quattro giorni è ancora un’utopia. Sono poche le aziende, principalmente private, che stanno sperimentando un orario ridotto, ma siamo molto lontano dalla produzione di una nuova normativa.
Questo lento cambiamento globale nel paradigma lavorativo però inizia a fare riflettere, e prima o poi i conti andranno fatti. Le nostre abitudini stanno infatti cambiando; abbiamo molte più informazioni sui danni del workaholism e di una vita lavorativa troppo stressante, ed essendo ottimisti possiamo pensare che si dovrà presto o tardi arrivare ad un punto di svolta.