Sigarette di contrabbando e illicit white

Sigarette di contrabbando e illicit white

Sigarette di contrabbando e illicit white

 

Il fenomeno del contrabbando di sigarette, nell’ultimo periodo, è vertiginosamente aumentando coincidendo sempre più spesso all’aumento del costo delle “bionde”. Il dato rilevante, dall’ultimo studio eseguito, è la “firma” dei gruppi terroristici, oltre a quelli tradizionali delle organizzazioni criminali. Nel 2015, in Italia, sono state consumate ben 4,6 miliardi di sigarette illegali, causando un buco nelle casse dello Stato di circa 822 milioni di euro in mancati introiti erariali. Strettamente legato al contesto politico economico, il commercio delle sigarette ha subito un calo in coincidenza dell’incremento del prezzo, favorendo l’aumento del contrabbando.
Il professore di Criminologia Andrea Di Nicola e il docente di Statistica Economica Giuseppe Espa, hanno guidato lo studio de “L’Italia del contrabbando di sigarette. Le rotte, i punti di transito e i luoghi di consumo” e dalle loro analisi si evidenzia l’Italia come un paese di transito (il 30% delle sigarette illegali acquistate in Italia sembra essere destinato al mercato ucraino) ed un paese di consumo di prodotti illeciti del tabacco, dove il fenomeno risulta essere principalmente radicato nelle regioni del Sud; anche se Trieste, per il suo punto strategico di confine è nei primi posti delle città del Nord, seguita da Milano e Torino.
Dati ovvi e prevedibili dimostrano come l’aumento del crimine organizzato e della disoccupazione cammini a braccetto del commercio illegale di sigarette, proprio per la diminuzione del potere d’acquisto.
É interessante sapere che il 50% delle sigarette illegali sono le cosiddette “illicit white”, ossia che all’origine sono legali, prodotte da marchi di paesi extra Ue, ma poi destinate ai paesi dell’unione Europea al mercato illecito. In Italia 1 sigaretta su 2 è illicit white.
Le principali rotte di commercio che hanno stazione d’arrivo l’Italia sono perlopiù paesi dell’Est Europa in particolare Bielorussia e Ucraina, ma anche dagli Emirati Arabi e dal Nord Africa, specialmente Egitto, Tunisia, Libia ed Algeria, dove un pacchetto di sigarette costa circa 4 Euro in meno dell’Italia.
Secondo la magistratura e la Guardia di Finanza che coordinano le inchieste, il mercato del contrabbando potrebbe essere fermato solo con nuovi strumenti investigativi e normativi, come la possibilità di tracciare e rintracciare i prodotti così da facilitarne il sequestro e l’individuamento della rete criminale.

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