Smart toys: evoluzione digitale o violazione della privacy?

Smart toys: evoluzione digitale o violazione della privacy?

Smart toys: evoluzione digitale o violazione della privacy?

Arriva il Natale e con lui la frenesia della caccia al regalo per i più piccoli, gli smart toys i giochi in voga in questo momento, evoluzione digitale delle vecchie e così belle bambole di pezza.Risultati immagini per smart toys

L’innovazione sta nella caratteristica di questi giocattoli, poiché, essendo “smart”, ci si può giocare, parlare ed inoltre sono capaci di leggere storie, rispondere alle domande e riconoscono le voci, insomma un’interattività che potrebbe far quasi paura. Paura perché si è notato che mediante questa interattività veniamo ascoltati fin troppo bene, utilizzando la tecnologia a disposizione per catturare informazioni personali dei bambini e delle relative famiglie.
Tanto questo fenomeno è preoccupante che una coalizione composta da diverse associazioni internazionali ha deciso di boicottare gli Smart toys, denunciando il fatto alla Commissione federale per il commercio statunitense (Federal trade commission), mentre l’Organizzazione dei consumatori europea ha presentato dei documenti sui tavoli della Commissione UE, delle autorità per la protezione dei dati e dell’International Consumer Protection and Enforcement Network.

A finire nel mirino, in particolare, sono due giocattoli: My Friend Cayla e I-Que Intelligent Robot, prodotti dalla Genesis Toys e per il momento non presenti sul mercato italiano, anche se l’opzione dello shopping online non ha confini territoriali.

Ambedue, dotati di microfono Bluetooth e speaker, sono collegati ad un app scaricabile sui vari dispositivi che permette l’accesso all’hardware, alla memoria, al microfono, al Wi-Fi e alla connessione Bluetooth e, per l’I-Que Intelligent Robot, si aggiungerebbe a questo spaventoso elenco anche la telecamera, tutto ciò senza che l’accesso sia giustificato al funzionamento del gioco.

Infatti, nel reclamo Usa, si legge “Intenzionalmente questi smart toys registrano e collezionano le conversazioni private dei bambini, senza alcuna limitazione”, per di più lo fanno all’insaputa dei genitori con cui non accordano nessun tipo di condizione della privacy, che è soggetta a continui cambiamenti. Si dovrebbe quindi tenere d’occhio la pagina web della compagnia per essere sempre aggiornati.

I dati così raccolti, vengono immagazzinati nei server della Nuance Communications, una compagnia di riconoscimento vocale che collabora con agenzie governative dell’Intelligence ed anche con i server di Google. Chiunque, con pochi semplici passi, può accedere ai dati. Basta essere in possesso di uno smartphone, un tablet o un pc. Difficile quindi non dubitare dell’effettiva sicurezza dei giocattoli.

Già in passato si erano presentati dei problemi con la privacy per quanto riguarda i giocattoli. Basti pensare al caso VTech che ammise di essere stata hackerata di ben 4.8 milioni di dati sensibili di bimbi e genitori. Il rischio più preoccupante però, come ci fa notare Andrea Zapparoli Manzoni, membro del Clusit, è che oltre ad immagini personali e fotografie, in alcuni casi si rischia anche la geolocalizzazione del minore.

Si dovrebbero leggere le clausole della licenza software..

Dovremmo assicurarci che la raccolta e la gestione dei dati personale sia tutelata in sicurezza e privacy…

Ma alla fine si tratta solo di genitori che tentano di rendere felici i propri figli, magari soddisfando le richieste fatte nella letterina di Babbo Natale.. E poi, nel bel mezzo della frenetica corsa all’ultimo regalo.. Chi é che va a pensare a privacy, sicurezza e geolocalizzazione???

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