Smart working non significa portarsi a casa lo stesso identico lavoro che si svolgeva in ufficio, ma mischiare di nuovo le carte e ripensare il lavoro stesso.
Renderlo più elastico nei tempi e nelle modalità, senza perdere il contatto con i colleghi. Gli uffici? Chi vuole attrarre nuovi impiegati deve renderli “attraenti” e “divertenti”.
Il punto di vista della Gen Z e dei Millennials, secondo l’indagine di One Day, rivela che per i giovani lo smart working non è il semplice lavoro da casa.
Lo smart working, dovrebbe innanzitutto garantire il poter lavorare ovunque si voglia: in un caffè, su un treno, al mare o in montagna!
I partecipanti all’indagine, hanno rivelato che lo smart working significa avere orari flessibili e autonomia per potersi gestire le esigenze in base alla propria vita.
Tuttavia solo poche persone hanno dichiarato che per aver la possibilità di lavorare in smart working, accetterebbe un piccolo calo di stipendio.
Gli studenti sono quelli che favoriscono e appoggiano lo smart working, reduci sopratutto dalle lezioni online anche se gli mancherebbe il contatto umano dei colleghi.
L’ufficio quindi rimane fondamentale come luogo di formazione, ma ormai le nuove generazioni sono più propensi per il cambiamento e l’innovazione.
O meglio: l’innovazione degli spazi negli uffici, sale comuni dove ognuno si può mettersi a lavorare in autonomia o per condividere il lavoro con i colleghi alla necessità.
Le nuove generazioni hanno bisogno di un posto dove imparare dai proprio colleghi e superiori, avere possibilità di crescita e possibilità di mettersi in gioco.
Gli uffici del futuro dovranno essere luoghi in grado di promuovere la creatività, un approccio informare, la convivialità e il confronto.
Le aziende si stanno, per l’appunto, innovando anche nella gestione interna e proponendo sempre più spesso uffici che lasciano l’interazione fra i dipendenti e alla socialità.