Zanzara Chikungunya da non sottovalutare a Roma
Il caso della zanzara Chikungunya è in continuo aumento e non è assolutamente da sottovalutare.
Ci sono nuovi casi di giorno in giorno, tanto che il Servizio regionale di sorveglianza delle malattie infettive del Lazio ha diagnosticato 64 casi finora. Di questi, circa 54 casi sono di persone che risiedono o hanno soggiornato ad Anzio, città del litorale sud romano, dove è stato individuato un focolaio.
La Regione Lazio ha convocato i rappresentanti di Roma Capitale, Anzio e Latina, altra provincia interessata al fenomeno, per analizzare e verificare l’azione di disinfestazione messa in atto fin qui.
Non solo il Lazio, ma anche l’Emilia Romagna e la Lombardia sono state colpite dal virus, ed ultimamente si sono riscontrati casi anche nelle Marche, dove un uomo di 65 anni, residente in provincia di Ancona, è già guarito e dimesso dall’ospedale. Caso riconducibile al focolaio romano, poiché l’uomo avrebbe passato parte delle sue vacanze estive in una città laziale dove si sono verificati altri casi.
La diffusione del virus Chikungunya ha messo in allerta anche l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), che non esclude l’aumento di ulteriori casi nell’interno nostro Paese. Ormai siamo abituati alla zanzara tigre che stanzia nel bacino del Mediterraneo, in un’area densamente popolata e turistica, soprattutto nei mesi estivi. Quindi si raccomanda un abbigliamento consono e corretto, oltre all’uso di repellenti.
La situazione del Lazio è molto critica; sono state bloccate le donazioni di sangue per i residenti del bacino della Asl Roma 2 (che a livello di densità di popolazione equivale all’intero Friuli Venezia Giulia) e si è parlato di maxiemergenza per il Centro Nazionale Sangue. Infatti negli ultimi giorni sono state fatte arrivare a Roma molte sacche dalla Valle d’Aosta. Gesto di solidarietà anche dai carabinieri della Nuova scuola marescialli e brigadieri di Firenze, dove 40 allievi hanno donato il sangue per sostenere il Lazio.
Una vera e propria corsa contro il tempo per non rimanere senza sangue, con le molte emergenze che si affrontano tutti i giorni.
È stato chiesto anche all’Istituto Superiore di Sanità di verificare le metodologie di disinfestazione finora adottate nelle province colpite del Lazio. Tutto questo basterà a bloccare il virus che sta spaventando e paralizzando, soprattutto la regione del Lazio?